Stress, intensificazione - precarietà del lavoro, ne vogliamo parlare per davvero ?


La settimana europea per la salute e la sicurezza nel lavoro è , ormai da qualche anno, una opportunità e un "vincolo" per istituzioni e forze sociali ad affrontare una tematica scomoda e abbastanza trascurata nel resto dell'anno.
La settimana europea per la salute e la sicurezza 2002 è dedicata " alla prevenzione dei rischi psicosociali nel lavoro".
Stress, burn out, patologie stress correlate sono le parole generiche per descrivere una molteplicità di condizioni di vita vissuta con disagio nel lavoro e oltre il lavoro . "Lavorare con stress ?" è il logo della settimana e al tempo stesso la domanda cui sarebbe opportuno tentare di dare una risposta.

Ebbene sì, gli attuali modelli di organizzazione aziendale paiono essere moltiplicatori di stress.

I tratti del lavoro che cambia, con accelerazioni e discontinuità che interrompono con sempre maggiore frequenza le "curve di accumulazione delle conoscenze" dei lavoratori, azzerando esperienze e conoscenze consolidate e frantumando la coesione dei gruppi, sono un dato ormai acquisito .
La ricombinazione continua di imprese , grandi , piccole collegate al sistema di reti materiali e immateriali è ritmata da una competitività che si basa sulla rapidità e capacità di riorganizzazione continua.
E' in questa ricombinazione continua che fa della rapidità di adattamento ai mercati , in particolare per la produzione di manufatti a basso valore aggiunto, una mission, che si produce la più radicale ideologizzazione del valore della flessibilità che è stata , per ora, identificata, tout court , con la mobilità e la precarietà cronica del lavoro dipendente.
Alle tradizionali reti "corte " dei distretti industriali territoriali si vanno sovrapponendo e imponendo sempre più "reti lunghe" , collegamenti internazionali, rapporti con mercati competitivi più sui costi che sulla qualità del lavoro. Senza una strategia che scelga le vie alte dello sviluppo come riferimento per le politiche e le relazioni indutriali , parlare di « lotta allo stress e miglioramento della qualita ' del lavoro» e' pura retorica .
Coesione , equità sociale, manutenzione dei saperi e delle intelligenze, conciliazione tra lavoro, reddito e progetti di vita delle persone passano in secondo piano : il compito di garantire competitività su scala globale alle imprese tramite una flessibilità priva diritti è ciò che viene proposto - imposto, come priorità ai lavoratori di questa epoca.
La traiettoria delle vie basse dello sviluppo scelta nella realtà italiana trascura in gran parte l'investimento sulle persone , dalla formazione alla salute, nella illusoria speranza di un ricambio disponibile senza limiti di lavoratori a "basso costo". Peraltro, nell' ampio programma del Seminario nazionale di apertura della Settimana europea non viene presa in considerazione la condizione dei lavoratori immigrati la cui insicurezza psicologica e materiale non viene certo mitigata dalla legge Bossi Fini, anzi...

Le proposte contenute nel D.L. 848 rafforzano le tendenze alla finzione giuridica che trasforma il lavoro subordinato in lavoro "autonomo"senza diritti o in forme di lavoro frantumate che plasmano una condizione sociale cronica dei giovani lavoratori e lavoratrici come soggetti deboli e sottoposti alle turbolenze del mercato del lavoro con la protezione di ammortizzatori sociali poco piu' che virtuali.

La legge allarga lo spettro delle tipologie contrattuali, introducendo il lavoro a chiamata, il lavoro occasionale, il leasing di manodopera. Punta ad aumentare il ricorso al part time con nuove nuove forme di orario modulato. Questa norma riordina i contratti di formazione e la disciplina dei trasferimenti del ramo d'azienda (outsourcing). Prevede un rapido decollo di servizi privati all'impiego che affianchino il sistema pubblico. Consente alle agenzie di lavoro interinale di svolgere attività di collocamento privato. Il D.L 848 sancisce modifiche profonde alla condizione dei lavoratori e delle relazioni sindacali, modifiche che aumentano le flessibilità utili solo alle aziende e che allargano l'area della precarietà e del lavoro senza diritti già vasta; tendono a trasformare i sindacati in cogestori di questa precarietà, ingabbiati in organismi bilaterali che surrogano impropriamente funzioni pubbliche .

E' necessario riflettere sui cambiamenti profondi, anche a livello antropologico , che stanno avvenendo , nella formazione della identità sociale polimorfa di moltissime persone , uomini e donne giovani che ogni giorno debbono affrontare la ricerca che non finisce mai, nel "mercato del lavoro" di un' altra missione interim, di un altro lavoro a termine, a chiamata .

E' verosimile prevedere che , con queste condizioni normative, lo stress, la insicurezza dei lavoratori , anche di quelli che oggi vivono una situazione di tollerabile sostenibilità psicologica , aumenteranno .

E' in questo contesto che si colloca il megaseminario "Lavorare con stress ?- Cambiamenti nel mondo del lavoro e nuove strategie della promozione della salute fisica e psichica dei lavoratori " che si celebrerà a Milano presso la Università degli Studi nei giorni 21 e 22 ottobre promosso dal Ministero del Lavoro, Inail, Ispesl , ecc.

Il programma dei lavori contiene senz'altro relazioni e interventi di studiosi e specialisti che paiono di rilevante interesse : questo aspetto amplifica ancora di più " il doppio messaggio" [nel significato del "doppio-vincolo" ] (1) che proviene da questa iniziativa. Infatti da una parte si esprime una formale adesione agli obiettivi della campagna europea contro lo stress, dall'altra si esalta una pratica di governo che produrrà impatti severi sulle condizioni di vita e di salute di milioni di persone.
Forse sarebbe stato più onesto riscrivere il tema del seminario in questo modo : " Convivere con lo stress, strategie di adattamento passivo alle precarietà "

Stress, situazioni intermittenti di intensificazione del lavoro e precarietà , per essere fronteggiati richiedono complessi strumenti di "governance" e la elaborazione di regole che sono dentro ad un'altra e diversa dimensione culturale e politica rispetto a quella praticata da questo Governo .(2)
Ricerca, promozione di politiche che favoriscono la crescita personale tramite la formazione verso lavori più professionali, impegno della rete della Pubblica Amministrazione a combattere l'evasione e la irregolarità del lavoro, superamento della pratica diffusa degli appalti al massimo ribasso della stessa P.A che creano condizioni di sfruttamento e di salari troppo bassi rispetto al costo della vita, per i lavoratori , nelle attivita' di servizio , queste sono alcune delle azioni necessarie per un miglioramento della qualita' del lavoro ....
Le tastiere su cui agire per rendere il lavoro, i lavori, meno stressanti sono molteplici : a monte tuttavia è necessaria una opzione politica di fondo che abbia come obiettivo non solo un generico rispetto della persona, ma una politica di valorizzazione del lavoro, necessariamente collegata ad una strategia economica e produttiva tesa alle vie alte dello sviluppo .

La condizione di intensificazione senza limiti del lavoro richiede, come primo passo, che vi sia una ripresa della capacità di contrattare le condizioni della prestazione lavorativa , questo è il nodo concreto da affrontare, nella azienda a rete e/o nella filiera , creando i "luoghi" ove i lavoratori possano esprimere il proprio punto di vista , le proprie esigenze rispetto al lavoro e alla sua organizzazione e trasformarle in piattaforme.
(3) (4)
Senza questo passaggio sarà molto difficile "promuovere la salute psichica e fisica dei lavoratori, si moltiplicheranno solo pratiche per favorire l'adattamento passivo delle persone anche a situazioni difficilmente sostenibili. La stessa legge Bossi Fini non agevola certo la inclusione e una condizione di minore stress nel lavoro ed oltre il lavoro per i lavoratori immigrati, uomini e donne in carne ed ossa la cui presenza non ci pare sia stata presa in considerazione nell'ampio programma del Seminario...

Per i lavoratori autonomi il problema dello stress è ancora più complesso perchè oltre al lavoro debbono fare fronte alla gestione della propria amministrazione , alle scadenze , alle discontinuità della occupazione, alla autogestione del risparmio previdenziale , ecc : non pare che il programma del Seminario affronti questi aspetti.


Come dire ? Pare assai poco convincente l'impianto di questa "mega-iniziativa" ove, palesemente , le esigenze di visibilità e di schieramento a favore del Governo prevalgono rispetto ai contenuti e agli obiettivi declamati.

Gino Rubini

Bologna 9 ottobre 2002

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bibliografia

(1) G. Bateson, Steps to an Ecology of Mind, e in particolare il saggio ivi contenuto Toward a Theory of Schizophrenia

(2) Health and work organisation Working without Limits? Re-organising work and workers' health TUTB-SALTSA Conference Brussels, 25-26 September 2000
TUTB: TUTB Newsletter

(3) LA STRATEGIA COMUNITARIA 2002-2006 Le azioni e le proposte del sindacato italiano
Relazione di Paola Agnello Modica - Segreteria Confederale CGIL
Modena, 25 settembre 2002 Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Seminario CGIL - CISL - UIL
(4) La salute (psicosociale) è un buon affare!
Q&C - NORMAli curiosità


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