SALUTE E SICUREZZA NEL LAVORO - STATO DELL'ARTE RISPETTO AI PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE INDOTTI DAL DLGS 626.94 (DLGS 242.96)

BOZZA

1.0 PREMESSA

Nel corso della riunione del Dipartimento si è proceduto alla analisi dello stato dell'arte rispetto al processo di costruzione del nuovo sistema di prevenzione per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

La esigenza di fare il punto sui processi di trasformazione indotti dalla introduzione dei dlgs che hanno recepito le Direttive Comunitarie e' stata rafforzata anche dal ripetersi in questi mesi di episodi infortunistici mortali o molto gravi nella nostra Regione.

E' evidente che persiste uno scarto tra i processi di riorganizzazione delle modalita' di valutazione e gestione dei rischi a livello aziendale proposti dal dlgs 626 e la reale organizzazione del lavoro sul quale occorre richiamare l'attenzione delle categorie, dei lavoratori al fine di evitare che per diversi settori (costruzioni, lavori in appalto, agricoltura , ecc.), al di la' della retorica sulla "prevenzione partecipata ", rimangano zone franche al di fuori di ogni controllo ed iniziativa sindacale o istituzionale.

In particolare vanno presi in esame i comparti produttivi ove maggiore e' la presenza di forme di lavoro cosidetto flessibile ( o precario, o irregolare): in queste realta' non esiste una effettiva possibilita' di applicare le procedure di formazione e informazione dei lavoratori ed e' problematica la elezione del RLS.

Le modalita' operative previste dal dlgs 626.94 ( ora dlgs 242.96) sono congruenti con un modello di impresa stabile, sia per quanto attiene la programmazione e gestione del processo produttivo sia per quanto attiene il rapporto di lavoro e la stessa organizzazione del lavoro.

In queste realta' e' piu' facile programmare gli interventi di prevenzione, la formazione e informazione dei lavoratori rispetto ai rischi presenti nel ciclo e il sistema di prevenzione aziendale puo' essere organizzato con relativa facilita' e produrre buoni risultati per quanto attiene la sicurezza.

Nei comparti ove prevale invece una forte mobilita' del personale e/o una "flessibilita' organizzativa" strutturale ( settori delle costruzioni, delle imprese di servizi di pulizia, di manutenzione, ecc) occorre che vi sia un impegno da parte del sindacato per elaborare piattaforme adeguate per quanto attiene l'applicazione concreta del dlgs 242.96. e della "Direttiva cantieri mobili".

Questa premessa e' necessaria per evitare che vi sia il prevalere di una rappresentazione retorica o idilliaca rispetto ai problemi della tutela della salute e della sicurezza dopo la introduzione delle procedure di valutazione e gestione del rischio a livello aziendale.

1.1 Lo stato dell'arte.

Dopo la sequenza di rinvii richiesti dalle Associazioni datoriali, siamo arrivati alla fase delle scadenze del 1^ luglio entro la quale le Aziende a rischio hanno completato la procedura di valutazione dei rischi e hanno elaborato i programmi di intervento.

E' necessario ricostruire rapidamente un quadro della situazione in ciascuna categoria per verificare se queste azioni sono state svolte e la loro qualita'.

In primo luogo va completata la procedura di elezione degli RLS anche nei luoghi di lavoro ove non si è ancora provveduto. E' verosimile che vi siano difficoltà a trovare candidati disponibili, in particolare nelle Aziende nelle quali non é presente il Sindacato.

Su questo aspetto sarebbe opportuno che le categorie, a livello territoriale, per quanto possibile, facessero una verifica e prediponessero propri programmi di iniziative per promuovere la elezione dei RLS . Inoltre esistono situazioni nelle quali l'Azienda, in assenza del Sindacato, ha agito perche' i lavoratori legittimassero con il loro assenso un collega di lavoro che ha assunto l'incarico di RLS.

Anche in questi casi sarebbe opportuno prendere contatto con questi lavoratori per verificare la loro diponibilità a partecipare a momenti di lavoro "in rete" con gli altri RLS del territorio.

1.2 La Consultazione sul Documento che contiene la valutazione dei rischi e le misure di prevenzione e protezione.

E' necessario che si costruisca rapidamente un sistema a "rete" coi RLS per raccogliere le informazioni e ricostruire le modalita' effettive con le quali le Aziende hanno ottemperato all'obbligo di consultazione degli RLS.

Su questo piano scontiamo certamente un ritardo dovuto in parte anche al fatto che vi e' uno scarto tra i tempi della elezione degli RLS e i tempi con i quali gli RLS accedono ai Corsi di formazione per mettersi in grado di prepararsi in modo efficace a svolgere le attribuzioni previste dall'art.19 del dlgs 242.96.

Ci risulta che in diversi casi la consultazione ha assunto la caratteristica di una "comunicazione" formale di una serie di considerazioni di natura tecnica al RLS,cui non e' stato dato il tempo e il modo per costruire un proprio punto di vista e tantomeno la possibilita' di portare alla consultazione le osservazioni, le informazioni provenienti dai lavoratori.

In questo senso, quindi, occorre che si faccia una verifica a livello delle categorie territoriali, per mettere a punto un percorso che metta in condizione gli RLS di svolgere in modo efficace il proprio ruolo.

In questo ambito il primo passo riguarda la formazione e quindi la organizzazione dei Corsi di formazione per gli RLS. Non si parte da zero, ma certamente siamo lontani dal grado di copertura necessario: occorre che i prossimi sei mesi siano impegnati per avviare ai Corsi di formazione per gli RLS eletti.

In quasi tutti i territori sono stati costituiti gli OP (Organismi paritetici) con Confindustria: in questi Organismi la rappresentanza sindacale dovra' operare perche' siano predisposti i programmi dei Corsi.

E' evidente che occorre che le Categorie svolgano un ruolo di pressione forte perche' il sistema si metta in moto, perche' siano trovate le risorse e le docenze.

Non esiste piu' un problema di linee di indirizzo e/o di metodologie o di contenuti formativi: vi sono linee di indirizzo elaborate, sia pure in forma generica dagli Enti bilaterali nazionali, occorre ora che siano tradotti in moduli di 32 ore ( per quanto riguarda le Aziende aderenti a Confindustria) e siano messi in agenda per i prossimi mesi.

In questo ambito va rammentato il fatto che le 32 ore di formazione sono a carico delle Aziende e che solo moduli che superano le 32 ore potranno nel 1997 accedere al cofinanziamento dei fondi UE.

Per quanto riguarda l'apporto delle docenze, occorre che apriamo con la Regione un confronto sull'apporto che potranno dare a questi Corsi gli operatori dei Servizi di Medicina Preventiva delle Az.USL.

I tempi sono stretti poiche' al 1^ gennaio 1997 la maggioranza della Aziende dovra' avere provveduto a elaborare il documento della valutazione dei rischi e la predisposizione del programma di prevenzione.

E' proprio in questo periodo che ci separa dal gennaio 97 che occorre che i RLS entrino in campo, nella fase in cui si analizzano le situazioni aziendali per elaborare, in rapporto coi lavoratori, le proposte, le integrazioni da portare nella fase della consultazione.

Sarebbe opportuno che le categorie, a livello territoriale, scegliessero un campione delle aziende piu' significative per problemi di sicurezza o di rischio per la salute e verificassero il grado e la qualita' delle azioni aziendali in materia di valutazione dei rischi e di formazione, informazione dei lavoratori in materia di sicurezza.

Anche con un campione di poche aziende ( una decina per ciascuna categoria territoriale), si potrebbe costruire rapidamente un quadro significativo della situazione regionale per quanto attiene la applicazione della norma e la costruzione del nuovo sistema di prevenzione aziendale.

La gestione di questa tematica non puo' essere delegata, a livello aziendale, ai soli RLS. E' necessario che vi sia un coinvolgimento delle RSU che hannopiena titolarita' per verificare e gestire, in accordo con le categorie,una iniziativa di promozione per la piena applicazione ed attuazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.

In sostanza occorre che vi sia una ripresa di iniziativa dai livelli categoriali e di RSU, altrimenti vi e' il rischio che la nuova risorsa rappresentata dai RLS imanga isolata e questi lavoratori che hanno scelto di svolgere un ruolo di rappresentanza volontaria di scopo vengano relegati ad un ruolo di mera funzionalita' burocratica di cui si serve l'Azienda per dimostrare di espletare formalmente gli adempimenti previsti dalla norma.

Allo stato dell'arte, nel settore industriale risultano eletti circa 3000 lavoratori.

Occorre vi sia una verifca capillare per verificare le Aziende ove non sono avvenute le elezioni e andare, a livello territoriale, al completamento della rete degli RLS.

Per quanto attiene il settore della P.A., occorre che si vada ad una verifica dello stato dell'arte, dopo l'accordo interconfederale con ARAN, sia per analizzare il grado di estensione della figura dei RLS, sia per quanto riguarda la individuazione della figura dei responsabili aziendali individuati dalla norma come "datori di lavoro".

Nella P.A. esistono poi rilevanti problemi di risorse finanziarie necessarie per mettere in sicurezza ospedali, scuole, edifici pubblici anche per aspetti elementari come misure antincendio, sicurezza degli impianti elettrici, macchine, ecc che richiedono una iniziativa mirata di contrattazione con gli Amministratori.

Su questi aspetti occorre che la Categoria elabori un percorso di contrattazione mirata ed unitaria.

1.3 La formazione e informazione dei lavoratori

Nelle misure di prevenzione e protezione derivanti dalla relazione sulla valutazione dei rischi vanno messe in primo piano le attività di informazione e formazione dei lavoratori .

In questo ambito va chiarito che queste azioni non possono essere intese come la semplice consegna da parte dell'Azienda, dietro richiesta di una firma, di qualche opuscolo "commerciale" in cui sono contenute generiche prescrizioni di comportamenti.

La formazione e informazione dei lavoratori, in particolare quella diretta ai nuovi assunti e/o a tutti i lavoratori, qualora non sia mai stata fatta, va progettata facendo riferimento alla valutazione dei rischi e mirata alle tipologie specifiche di rischio connesse con la organizzazione del lavoro dell'impresa.

Questo é un capitolo completamente nuovo che apre ampie possibilità di azioni progettuali rispetto ad una informazione e formazione dei lavoratori efficace e partecipata.

La sequenza di un modello efficace di informazione e formazionedei lavoratori alla sicurezza ha inizio da un coretto approccio partecipativo nella fase della valutazione dei rischi.

In questa fase é opportuno e necessario che i lavoratori, tramite il RLS, siano coinvolti, per apportare il loro punto di vista sui problemi della sicurezza. Con questo approccio e stile, l'Azienda apre un canale di comunicazione efficace che responsabilizza i lavoratori, rendendoli soggetti attivi del sistema di prevenzione aziendale.

In questo quadro il ruolo del RLS, di promozione, presidio e verifica sulla qualità delle azioni svolte é decisivo.

Manca ancora un quadro sia pure di massima su cio' che é stato svolto in questa direzione da parte delle Aziende: anche questo aspetto va messo sottomonitoraggio.

2.0 La "seconda fase"

La gestione di questa "seconda fase", che viene dopo il periodo di iniziative sindacali sia per fare approvare le norme di recepimento delle Direttive e dopo gli accordi interconfederali che regolano l'applicazione della norma, richiede un governo decentrato a livello territoriale molto forte, che non lasci spazio a logiche di accantonamento della tematica.

Abbiamo il problema di aprire un sistema di raccolta e di elaborazione delle informazioni su cio' che sta avvenendo, in concreto, nei reali posti di lavoro sia per realizzare una conoscenza approfondita e dettagliata sulle modalita' e sullo "stile" con il quale le Aziende hanno applicato le procedure per la valutazione e gestione dei rischi e le conseguenti azioni di informazione e formazione dei lavoratori.

Molte informazioni riguarderanno le difficolta' che gli RLS e le RSU incontrano a sviluppare una iniziativa propria e sui supporti necessari per svolgere la loro attivita'. Questo blocco di problemi dovra' trovare una "sponda" istituzionale che va contrattata con la Regione, a cominciare dagli sportelli che dovranno essere aperti a livello di Azienda USL e alle docenze necessarie per organizzare i Corsi di Formazione per RLS.

In sostanza si tratta di informazioni, conoscenze sui problemi gestionali che debbono servire ad una corretta elaborazione delle soluzioni organizzative per sostenere la costruzione, la crescita e la manutenzione del sistema di prevenzione "partecipata".

Esiste poi un blocco di informazioni sia sugli orientamenti delle istituzioni, a cominciare dalla Regione, ai Direttori generali delle Aziende USL , agli operatori (Responsabili dei Servizi) che potremmo definire informazioni "di governo", la cui raccolta ed elaborazione e' necessaria per costruire una credibile piattaforma regionale e piattaforme articolate a livello territoriale al fine di ottenere un cambiamento di questi indirizzi che paiono essere orientati verso una deriva pericolosa.

Ci riferiamo in particolare agli indirizzi dati per la costituzione del CDS2, un Servizio pubblico importante di supporto informativo e formativo e di consulenza la cui attivita' dovrebbe essere rivolta alla Pubblica Amministrazione e non alle imprese private.

2.1 Il riordino e la riorganizzazione dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di lavoro delle Aziende U.S.L.

In sostanza occorre affrontare con la Giunta Regionale un confronto di rilevanza e portata pari a quello sulla base del quale nel 1979 si elaborarono gli orientamenti che furono alla base della istituzione dei SMPIL delle Aziende USL.

Occorre redifinire la mission di questi Servizi, con chiarezza, togliendo le ambiguita' e i fraintendimenti sul significato della funzione di controllo che non puo' essere accantonata come cosa obsoleta.

I controlli pubblici amministrativi ci vogliono, cosi' come e' necessario sviluppare le funzioni di promozione e assistenza sia ai soggetti portatori del bene salute " i lavoratori" sia ai RLS.

La programazione annuale dei Servizi sui programmi di lavoro va riproposta definendo con chiarezza le priorita':

Si tenga conto che una parte della Regione, l'Emilia sara' attraversata nei prossimi anni da una ondata di grandi lavori infrastrutturali cui sara' necessario dare una risposta adeguata anche dal punto di vista istituzionale tramite il rafforzamento del sistema dei controlli.

In sostanza occorre che si dia una svolta rispetto alla gestione del sistema dei Servizi delle Aziende USL perche ' si mettano in grado, con risorse adeguate, con una rinnovata motivazione e con linee di indirizzo chiare, ad affrontare la innovazione introdotta dai Dlgs 242, dalla Direttiva Cantieri mobili nel campo della prevenzione e della tutela della salute nei luoghi di lavoro.

L'attuale gestione sfilacciata di questi Servizi, priva di una direzione chiara e di una espressione convinta rispetto alla missione sta oscurando anche il rapporto di fiducia che questi Servizi avevano conquistato tra i lavoratori, per cui l'assenza di una domanda proveniente dai luoghi di lavoro puo' essere interpretata anche come indebolimento del patrimonio di credibilita' che i Servizi avevano conquistato negli anni passati.

Pertanto, per evitare di arrivare a situazioni di conflitto paragonabili a quelle espresse contro l'Ispettorato del lavoro negli anni 70 occorre che si vada rapidamento ad un riordino organizzativo e ad un riorientamento dell'azione di questi Servizi che, non dimentichiamolo, sono pubblici e la cui missione e' quella di promuovere la prevenzione e la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, non altro...

3.0 Un programma di lavoro per la seconda fase

La costruzione tra CGIL regionale Camere del Lavoro e Categorie di un programma di lavoro condiviso é un passaggio ineludibile per accompagnare il processo di costruzione del nuovo sistema di prevenzione a livello aziendale, come prevede il Dlgs 242.96 e la Direttiva Cantieri mobili.

Il primo problema riguarda il rafforzamento del rapporto unitario con CISL e UIL a livello regionale, territoriale e di categoria. Questo rafforzamento sarà proporzionale alla nostra capacità di lavorare con precisione di analisi e con la qualità delle proposte di iniziative sul merito.

Per i prossimi mesi occorre:

Per quanto attiene le complesse problematiche derivanti dalla costruzione delle grandi infrastrutture (quadruplicamento veloce delle ferrovie, "variante di valico", ecc.) riteniamo che sia corretta la impostazione data di procedere con una gestione a forma coordinata tra Regionale e Categorie che ha gia' dato buoni risultati: ad esempio l'Accordo sulla Sicurezza firmato con le FS e il varo prossimo della Piattaforma per la TAV.

Questa nota vuole essere uno strumento di lavoro, da sviluppare e perfezionare con il contributo delle varie strutture che sono impegnate e coinvolte in questa impresa di costruzione del nuovo sistema di prevenzione partecipata

Pertanto rilievi, proposte,arricchimenti e correzioni sono gradite.